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Palazzo Contarini poi Muneratti

La demolizione del quattrocentesco palazzo Contarini Muneratti, che sorgeva nel luogo dove oggi è collocato il monumento ai caduti delle due guerre mondiali, si è tristemente consumata negli anni Sessanta del secolo scorso, dopo un incendio di origine dolosa.

Descrizione

La demolizione del quattrocentesco palazzo Contarini Muneratti, che sorgeva nel luogo dove oggi è collocato il monumento ai caduti delle due guerre mondiali, si è tristemente consumata negli anni Sessanta del secolo scorso, dopo un incendio di origine dolosa. Oggi, come modesto ricordo dell’antica costruzione, rimane esposta una delle trifore gotiche fortunatamente scampate alla demolizione.

Il palazzo appartenne alla nobile famiglia Contarini di Venezia, come testimoniavano gli stemmi nobiliari ripetuti nelle finestre gotiche, ed era probabilmente frutto della ristrutturazione di una costruzione più antica, come ha evidenziato il prof. Mario Poppi in una sua recente pubblicazione su Sambruson di Dolo citando un documento che ricorda la sottoscrizione, avvenuta nel 1288, di un documento da parte della famiglia Delesmanini nella casa di Fossò.

L’ipotesi potrebbe trovare conferma dal rinvenimento, avvenuto durante la demolizione del palazzo, di alcune strutture murarie assegnabili a un edificio antecedente alla fabbrica quattrocentesca.

In seguito, la famiglia Contarini cedette il palazzo al Vescovado di Padova. Sopra al maestoso arco d’ingresso al giardino fu collocato uno stemma con il leone rampante: l’arma della nobile famiglia Pisani e una lapide per ricordare un restauro probabilmente operato nel XVI secolo. Con buona probabilità l’intervento fu commissionato dal vescovo Francesco Pisani (1525-1567), nominato cardinale in giovanissima età da papa Leone X. Della lapide non esistono trascrizioni attendibili, è dunque difficile chiarire se si tratti di Francesco oppure del nipote Alvise Pisani (1522-1570), succeduto allo zio alla guida della Curia padovana. Una mappa della seconda metà del Seicento indica il palazzo come casa canonica del Vescovado, mettendo in evidenza l’imponente cinta  muraria e il maestoso portale.

Verso la metà dell’Ottocento, Gaetano Muneratti, residente in un antico edificio con portici bugnati (in origine della famiglia veneziana Da Mula) tuttora esistente e ubicato poco lontano dalla chiesa, acquistò il palazzo quattrocentesco e lo assegnò al figlio Sebastiano. L’intera struttura rimase intatta fino al 1943, anno di divisioni dei beni tra i Muneratti che portarono l’edificio a un inesorabile declino.

Cesare Muneratti (1875-1966), ultimo erede della famiglia del ramo di Fossò, non dimostrò attaccamento all’antica dimora, di cui rimase usufruttuario fino alla morte. Uomo piuttosto singolare, nel corso della sua lunga e movimentata esistenza egli vendette in più occasioni tutto ciò che gli apparteneva, ipotecando in parte anche il grande palazzo, cedendo mobili e suppellettili di pregio. Alla fine degli anni Trenta del secolo scorso, Cesare fece smantellare l’alto muro di cinta della proprietà per vendere i mattoni, cui fece seguito la vendita dei terreni e  l’abbattimento degli alberi secolari.

Caduto in rovina e abbandonato all’incuria più totale, prima della sua distruzione il palazzo ospitò, sia pure in promiscuità, un certo numero di famiglie e perfino una piccola fabbrica di scarpe.

Al suo interno si segnalava, nell’ambiente della cucina, un raro caminetto gotico molto apprezzato dagli storici dell’arte con cornice in legno interamente scolpita a greche e losanghe.

Al di là dei ricordi e delle immagini, di tutto ciò non resta che il rimpianto per la perdita di un edificio monumentale: sicuramente tra i primi e più antichi esempi di villa veneta edificati nella terraferma. Se le tristi vicende legate alla  distruzione fossero andate diversamente, oggi la sua presenza sarebbe sicuramente un vanto per i cittadini di Fossò e per gli appassionati di arte e di storia.

Per saperne di più

MARIO POPPI, In Sancto Ambrosone, uomini ed eventi a Sambruson fra l’alto Medioevo e il primo Ottocento, Sambruson 2008.

DIEGO MAZZETTO, Fossò sui sentieri della memoria, ricordi e immagini dei primi decenni del Novecento, Parrocchia di Fossò,  Stampe Violato, 2011.

ROSA MARINOTTI, Una figura un paese- Gaetano Muneratti Deputato politico sotto il Governo Austriaco, Roma-Venezia 1990.

Immagini

Ultima modifica: lunedì, 29 maggio 2023

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