Un uomo illuminato: Gaetano Muneratti
Nato a Pionca il 2 dicembre 1802 e trasferitosi a Fossò con la madre Lucia Pomai poco più che ragazzo, Gaetano Muneratti ebbe un notevole rilievo per la storia del nostro paese. Deputato politico sotto il governo austriaco e sindaco di Fossò per numerosi anni dopo l’unità d’Italia, si rese protagonista della vita comunitaria del paese.
Nella gestione del lavoro dei campi, così come nella vita civile, controllava tutto di persona, ascoltava e dirimeva diatribe. Affrontava problemi non solo economici che sconfinavano talvolta dalla sua competenza facendosi assistere, in quei casi, da persone di fiducia in campo giuridico in modo che il suo operato risultasse senza ombre nei riguardi delle autorità superiori. Era radicato in lui il senso della giustizia, inseparabile dall’onestà e dall’operosità.
Questa è la strada che perseguì per tutta la sua vita; lo confermano non tanto le parole spese nei discorsi scritti e declamati alla sua morte, ma un fatto più semplice e significativo insieme: egli non si arricchì, né trasse vantaggi personali dal potere che gestiva. Nel suo testamento la sostanza fu divisa equamente tra i figli e l’eredità spettante risultò solo adeguata a mantenere quel “decoro” in cui erano nati.
Nel periodo in cui era Deputato politico sotto il governo austriaco, si trovò nella situazione scomoda di essere padre di tre figli patrioti fuggiti per raggiungere Garibaldi inseguendo il sogno dell’unità d’Italia. Alberto, Carlo e Gustavo, sull’esempio dello zio Roberto Marin incarcerato allo Spielberg con Pier Fortunato Calvi, all’età di 20, 19 e 18 anni, avevano clandestinamente abbandonato il Veneto e sotto l’esteso e rigido controllo della polizia austriaca, raggiunto il Piemonte per arruolarsi nell’esercito regolare che avrebbe unificato l’Italia. Alberto e Gustavo fra i sergenti dei Granatieri, Carlo fra i Garibaldini. Roberto Marin, era fratello della loro mamma Anna, la quale favorì la presenza a Fossò dei celebri patrioti Nino Bixio e Pier Francesco Calvi ricercati dalla polizia austriaca.
Il prestigio e la considerazione goduti a Fossò e nei paesi limitrofi da Gaetano Muneratti sono testimoniati anche dalla profonda amicizia con il marchese Federico Manfredini, già primo ministro del Granducato di Toscana ed educatore dei figli del granduca Pietro Leopoldo, ritiratosi nella vecchiaia in un grande palazzo, già della famiglia Canal, a Campoverardo. Nel momento in cui sentì vicina la morte, avvenuta nel settembre del 1829, il marchese Manfredini volle presente anche Gaetano Muneratti tra i testimoni esecutori delle sue ultime volontà.
Assistito dall'amorevole conforto dei figli, Gaetano Muneratti morì a Fossò il 28 gennaio 1885.
L’Amministrazione Comunale di Fossò, grata alla sua memoria, ha intitolato a Gaetano Muneratti il Centro Civico.